ORDINI E SINDACATI – VOGLIAMO CHIAREZZA SUI RUOLI E SULLE COMPETENZE DI CIASCUNO

di seguito il testo della lettera inviata al Presidente Mario Draghi, alla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia e ai Presidenti dei 44 Ordini degli Architetti che, condividendo una iniziativa promossa dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma ha inviato al Presidente del Consiglio e alla Ministra della Giustizia, una lettera di doglianze sul Superbonus 110 %, da loro firmata IN RAPPRESENTANZA DI CIRCA 80.000 PROFESSIONISTI.

Sulla bruttissima telenovela dei Bonus Edilizi molte associazioni o sindacati, unitamente ad autorevoli rappresentanti del mondo della cultura, della politica e delle classi sociali, hanno legittimamente scritto , segnalato e denunciato le numerosissime criticità emerse nel frenetico susseguirsi di decreti legge, ciascuno dei quali scritto per porre rimedio alle tante prevedibili lacune dei decreti precedenti, fino al momento in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi, prendendo atto dei numerosissimi errori contenuti nei provvedimenti adottati anche dal suo governo, ha dichiarato chiusa la stagione dei bonus edilizi.

Noi di Federarchitetti Roma condividiamo le preoccupazioni e la quasi totalità delle doglianze espresse dalle parti sociali, ed anche quelle contenute nella lettera, ancorché scritta in maniera frettolosa e approssimata, inviata  il 29/4 u.s.da 44 Ordini degli Architetti P.P.C. al Presidente Draghi (https://www.architettiroma.it/politica-ordine/azioni-del-consiglio/bonus-edilizi-gli-architetti-scrivono-al-premier-draghi-serve-una-via-di-uscita/) pubblicata sul Corriere della Sera.

Non è tuttavia accettabile che i 44 Ordini, tra i quali quello di Roma, promotore dell’iniziativa, dichiarino di inviare questa missiva in rappresentanza di circa 80.000 professionisti, perché agli Ordini professionali NON COMPETE LA RAPPRESENTANZA dei propri iscritti, per il semplice motivo che l’iscrizione all’Ordine è obbligatoria per potere esercitare la professione, così come è obbligatoria l’iscrizione alla Camera di Commercio per potere svolgere attività commerciale, industriale, artigianale o agricola.

Non si è mai sentito o letto di Camere di Commercio che abbiano espresso ai Presidenti del Consiglio di turno doglianze di qualsiasi genere in rappresentanza dei propri iscritti, né che abbiano usurpato alle associazioni di categoria il diritto di rappresentarli.

Anche le imprese edili, sulla materia dei bonus, hanno espresso le loro richieste agli organi di governo, ma NON lo hanno fatto attraverso la Camera di Commercio, ma tramite le Associazioni che le rappresentano, quali, ad esempio, l’ANCE.

Le competenze degli Ordini professionali sono chiaramente indicate nell’art. 5 della Legge 24 giugno 1923, n.1395 (legge istitutiva degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri), poi riprese dall’art. 37 del R.D. 23 ottobre 1925, n. 2537 (Regolamento per le professioni di Ingegnere e di Architetto), tra le quali non è compresa la rappresentanza degli iscritti, che compete invece unicamente alle associazioni o ai sindacati, e tra questi Federarchitetti, cui i professionisti possono iscriversi per libera scelta e non per obbligo di legge.

L’iniziativa dei 44 ordini professionali e la lettera da loro pubblicata (a spese di chi ?) sul Corriere della Sera assume poi un significato singolare se vista alla luce dell’art. 57 dello stesso Regolamento che stabilisce che Gli Ordini degli ingegneri e degli architetti ed i rispettivi Consigli sono posti sotto l’alta vigilanza dei Ministro della Giustizia in particolare quando questi Ordini arrivano a domandarsi “… se l’Esecutivo e gli uffici che intervengono nel processo legislativo conoscano i tempi di progettazione e realizzazione di un intervento edilizio …”  dimenticando che dell’Esecutivo, del quale denunciano l’ignoranza, fa parte anche il Ministero della Giustizia, sotto la cui alta sorveglianza li Ordini sono posti.

Nella lettera affiora una malcelata voglia di rappresentanza sindacale quando l’autore si distrae e, dimenticando che gli autori sono gli Ordini, scrive … Noi professionisti oggi continuiamo il nostro impegno professionale perché rispettiamo i nostri committenti, … senza tener conto che dei circa 80.000 professionisti di cui viene sbandierata la rappresentanza, circa la metà è un lavoratore dipendente e quindi non ha committenti da rispettare !

E quindi, di fronte all’ennesimo caso di rappresentanza usurpata  dagli Ordini e dal sistema Ordinistico ad essi collegato (Consigli Nazionali, Inarcassa, Fondazione Inarcassa, RPT, CUP, ecc.) dichiariamo il fermo convincimento che SERVE UNA VIA D’USCITA  per definire una volta per tutte i ruoli e le competenze delle associazioni e dei Sindacati a libera iscrizione rispetto a quelle degli Enti ai quali è obbligatorio iscriversi per esercitare la libera professione.


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